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Riprese video progetto RecoPet

Su Instagram il racconto degli ecocompattatori in città.

Conferimento bottiglie in PET in un compattatore RecoPet

Due giornate per sensibilizzare i visitatori del parco acquatico su raccolta differenziata e riciclo “bottle-to-bottle”.

COREPLA partecipa all’evento digitale organizzato da Class Editori e Class Cnbc.

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Fake news

Realtà o fake news?
Sulla rete spopolano tantissime notizie false. Per questo abbiamo creato una campagna social dedicata a questo problema per contrastare i falsi miti legati al riciclo degli imballaggi in plastica.

Gli imballaggi vanno lavati

Ti hanno sempre detto di lavare accuratamente gli imballaggi in plastica prima di metterli nella raccolta differenziata? Non è necessario e anzi è controproducente per l’ambiente! Per una raccolta di qualità l’imballaggio non deve essere perfettamente pulito, ma è sufficiente che sia svuotato il più possibile dai residui di prodotto. A occuparsi del lavaggio dell’imballaggio saranno infatti le operazioni propedeutiche al riciclo ♻️

Non sprecare acqua ed energia, sono risorse preziose!

Riciclare consuma troppa energia

Quando si parla di riciclo circolano ancora tante false convinzioni. Una di queste è che il riciclo degli imballaggi in plastica non sia conveniente perché il processo consumerebbe troppa energia. La realtà è che il riciclo della plastica fa risparmiare energia! Il suo processo richiede infatti meno energia di quello per la produzione di plastica vergine.

Per esempio, nel 2021 grazie al riciclo Corepla sono stati risparmiati 10.867 GWh di energia primaria, pari al 2,5% della produzione annua di energia in Italia.

Viene tutto bruciato

Sono ancora tanti i falsi miti in circolazione sulla plastica e sulla sua gestione. Per esempio c’è chi è convinto che la maggior parte degli imballaggi in plastica venga “bruciata”, e che quindi non abbia senso fare una raccolta differenziata di qualità. La realtà è ben diversa e ci sono i dati a dimostrarlo: nel 2022 oltre 1.050.000 tonnellate sono state avviate a riciclo e solo 437.854 sono state avviate a recupero energetico, utilizzate quindi per produrre energia al posto dei combustibili fossili.

La plastica è una risorsa troppo preziosa per non essere riciclata! ♻️ Il recupero energetico viene preso in considerazione esclusivamente per quella quota di imballaggi per i quali non esiste al momento possibilità di riciclo, una soluzione che permette di sfruttare il loro elevato potere calorifico evitando il conferimento in discarica e il consumo di risorse energetiche non rinnovabili.

Il polistirolo non si ricicla

Sugli imballaggi in plastica e sulla loro destinazione a fine uso circolano ancora tante informazioni non corrette, soprattutto quando si parla di alcune tipologie di plastica come il polistirolo (o polistirene). È convinzione diffusa, infatti, che gli imballaggi in polistirolo vadano nell’indifferenziata perché non possono essere riciclati. In realtà tutti gli imballaggi in plastica devono essere conferiti nella raccolta differenziata. Questo vale quindi ovviamente anche per gli imballaggi in polistirolo, che siano vaschette e contenitori per uso alimentare o imballaggi per il trasporto e la protezione delle merci.

Gli imballaggi in polistirolo sono perfettamente riciclabili e possono essere trasformati in materia prima seconda da utilizzare nella produzione di nuovi manufatti o nuovi imballaggi in plastica riciclata.

La plastica è sostituibile

La realtà è spesso ben diversa e più complessa dei luoghi comuni. Uno di questi riguarda la facilità con cui la plastica potrebbe essere sostituita con altri materiali in molti settori, come quello degli imballaggi. La verità è che le materie plastiche sono così diffuse perché presentano una combinazione straordinaria di proprietà che le rendono estremamente versatili e adatte a innumerevoli utilizzi. Caratteristiche come resistenza, flessibilità, leggerezza, trasparenza e stabilità, alle quali si aggiunge la capacità della plastica di non influire sulle proprietà organolettiche e sulla qualità dei cibi e di proteggerli dalla contaminazione batterica. La sostituzione della plastica con altri materiali, quindi, in molti casi comporterebbe impatti negativi in termini sia ambientali che di sicurezza superiori ai vantaggi.

Gli oggetti riciciclati sono di scarsa qualità

Quando si parla di imballaggi in plastica sono ancora tanti i luoghi comuni e i falsi miti da sfatare. Riguardo al loro riciclo, per esempio, è diffusa la convinzione che il processo comporti un tale deterioramento delle qualità e delle prestazioni del materiale da permetterne un riutilizzo sempre e solo in applicazioni meno “nobili” rispetto a quelle di partenza. In realtà le tecnologie di riciclo oggi a disposizione permettono di ottenere materia prima seconda (MPS) con caratteristiche pressoché equivalenti al polimero vergine. Può essere quindi reintrodotta nel ciclo produttivo sia per applicazioni diverse da quelle originali sia per dare vita a un prodotto di uguale funzione. Un esempio è l’innovativo riciclo “Bottle to Bottle”: da una bottiglia in PET avviata alla raccolta differenziata può nascerne una nuova con le stesse prestazioni realizzata al 100% in R-PET (PET riciclato) ♻️

Finisce tutto in discarica

L’Italia può vantare un sistema d’eccellenza a livello europeo per la gestione degli imballaggi in plastica. Eppure le percentuali di raccolta e riciclo potrebbero essere ancora più elevate se alcuni luoghi comuni fossero definitivamente abbandonati. Alcune persone, per esempio, sono ancora convinte che fare la raccolta differenziata sia inutile, perché poi tutto viene mischiato e portato in discarica. La realtà è che tutti gli imballaggi in plastica conferiti nella raccolta differenziata vengono presi in carico da Corepla e valorizzati attraverso il riciclo o, nel caso di imballaggi non riciclabili, attraverso il recupero energetico. Viene smaltita in discarica solamente una quota residuale della “frazione estranea” contenuta nella raccolta urbana, ossia quella parte di rifiuti conferiti dal cittadino per errore nella raccolta della plastica che non è stato possibile valorizzare attraverso il recupero energetico.

Il riciclo non è economicamente fattibile

Sai riconoscere una fake news? Spesso è sostenuta da report e studi pseudo scientifici che trattano in modo parziale e superficiale un tema complesso, come quello della plastica e della sua gestione, sul quale si dice tutto e il contrario di tutto. Per esempio che il suo riciclo non sia economicamente e tecnicamente fattibile e non rappresenti una reale soluzione per la gestione dei rifiuti di imballaggio in plastica. La verità è che il processo di riciclo degli imballaggi in plastica è diventato sempre più tecnologicamente avanzato e quindi sempre più efficiente e sostenibile, sia dal punto di vista economico che ambientale. A dimostrarlo ci sono i dati, che fanno dell’Italia un’eccellenza a livello europeo: in 25 anni, nel nostro Paese, il materiale avviato a riciclo è passato da 228.000 a oltre 1.050.000 tonnellate (+361%). Ogni anno, grazie al riciclo Corepla, risparmiamo quasi 524mila tonnellate di materia prima vergine, 11mila GWh di energia e oltre 885mila tonnellate di emissioni di CO₂ (dati Rapporto di Sostenibilità 2022).

Una notizia deve avere fonti autorevoli e verificabili e deve essere sostenuta da dati correttamente interpretati e contestualizzati. Altrimenti è una fake news. Quando ti informi, usa il tuo senso critico.

I tappi vanno separati

Sono ancora tanti i luoghi comuni sugli imballaggi in plastica da sfatare. Alcuni sono diffusi in buona fede, come quello che riguarda il corretto conferimento dei tappi di plastica: sono in molti a pensare che per un riciclo di qualità sia necessario separare i tappi dalle bottiglie e conferirli singolarmente nella raccolta differenziata. Se è vero che i tappi e le bottiglie sono spesso realizzati con plastiche diverse (PET per la bottiglia e HDPE per il tappo, per esempio), è anche vero, però, che ai fini del riciclo separarli non è utile: le tecnologie disponibili negli impianti di selezione, infatti, permettono di separare in modo automatizzato le differenti plastiche di cui sono composti gli imballaggi. Il tappo conferito singolarmente, a causa delle sue ridotte dimensioni, piuttosto che facilitare potrebbe invece creare dei problemi nel processo di selezione, compromettendone il riciclo.

È anche per questo motivo che troviamo sempre più spesso bottiglie con il tappo che, anche dopo l’apertura, non si stacca del tutto ma rimane agganciato. Si chiama “tethered cap” (tappo attaccato) e risponde a una direttiva europea (Direttiva SUP) che, partire da luglio 2024, lo imporrà a tutte le bottiglie in PET fino a 3 litri con lo scopo di ridurre il rischio che il tappo delle bottiglie finisca per disperdersi per via delle sue ridotte dimensioni.

Riciclare inquina di più

L’attenzione mediatica che negli ultimi decenni è cresciuta intorno agli imballaggi in plastica ha fatto da cassa di risonanza a informazioni prive di fondamento scientifico, anche in un Paese come l’Italia che rappresenta un’eccellenza a livello europeo per la loro gestione sostenibile. Una di queste fake news riguarda l’impatto ambientale del riciclo, che inquinerebbe di più rispetto alla produzione di plastica vergine. La realtà è che il riciclo degli imballaggi in plastica ha un impatto ambientale minore sotto tutti gli aspetti: il suo processo impiega meno energia di quello per la produzione di nuova plastica, fa risparmiare materia prima vergine e riduce le emissioni di CO₂ in atmosfera. Nel 2022, grazie al riciclo Corepla, abbiamo risparmiato quasi 524mila tonnellate di materia prima vergine, 11mila GWh di energia e oltre 885mila tonnellate di emissioni di CO₂ (dati Rapporto di Sostenibilità 2022). In più il riciclo permette di evitare i costi ambientali ed economici associati allo smaltimento in discarica e stimola industria e occupazione. A beneficiarne non è solo l’ambiente, ma sono anche le persone e l’intero sviluppo economico del territorio.

Finisce tutto nell’ambiente

Siamo bombardati da immagini di rifiuti di plastica abbandonati su spiagge, mari e fiumi, spesso lontani da noi, che fanno nascere pericolose generalizzazioni, come se quella fosse la loro naturale e inevitabile destinazione al termine del ciclo di vita. Il problema del marine e river litter è reale, ma davvero si può pensare che la plastica corra da sola verso il mare?

La realtà è che gli imballaggi in plastica correttamente differenziati non finiscono nei nostri fiumi e mari, ma vengono raccolti per essere riciclati o recuperati e trasformati in nuove risorse, facendo risparmiare materie prime, energia ed emissioni di CO₂, alimentando attività industriali e creando posti di lavoro. La raccolta differenziata è il primo strumento a nostra disposizione per prevenire il problema della dispersione dei rifiuti nell’ambiente. Non possiamo addebitare a un materiale la responsabilità di una gestione non corretta del suo fine vita.

Il riciclo non è possibile a causa dei troppi tipi di polimeri

C’è ancora chi crede che il riciclo degli imballaggi in plastica sia più uno slogan che una realtà, nonostante l’Italia in questo campo rappresenti un’eccellenza a livello europeo. A volte questa convinzione errata si basa sul fatto che la raccolta differenziata è unica per tutte le tipologie di plastica, che non possono però essere avviate a riciclo insieme: servirebbe quindi una raccolta separata per tipologia di plastica, ovvero per polimero. In realtà, se è vero che per un riciclo di qualità è indispensabile che le materie plastiche siano suddivise in polimeri omogenei, non tutti sanno che questa suddivisione avviene a valle della raccolta differenziata: gli imballaggi raccolti sono conferiti nei Centri di Selezione, sparsi su tutto il territorio nazionale, dove vengono suddivisi per polimero e colore e avviati verso i rispettivi flussi di riciclo.

Non sarebbe né ragionevole né opportuno richiedere al cittadino di separare gli imballaggi nelle varie tipologie di plastiche che li compongono, per questo è Corepla a occuparsi di questa fase cruciale di selezione. Nel 2023 sono stati selezionati ben 30 flussi distinti di rifiuti, destinati alla produzione di Materie Prime Seconde da reintrodurre in nuovi cicli produttivi ♻️

Come possiamo aiutarti?

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