Facciamo un tuffo in mare?

Facciamo un tuffo in mare?

01/10/2021
Capiamo come sta il mare, cosa sta mettendo in atto Corepla in nome della salvaguardia del patrimonio marino, e cosa possiamo fare noi! 

Immaginate di scalare la catena montuosa dell’Himalaya (visto che ci siamo, è giusto immaginare in grande!). Metro dopo metro, arrivate con fatica alla vetta dell’Everest: ben 8849 metri sul livello del mare! E adesso, seduti lassù, cosa vedete? Nuvole? Picchi innevati? Iron Man che svolazzando fa “ciao” con la mano? Può darsi. Ma anche tanti, tantissimi rifiuti. Le continue spedizioni di coloro che si sono avventurati alla conquista della montagna più alta al mondo, arrivate fin lassù, non sono infatti riuscite a riportare a valle tutti i rifiuti prodotti: così, persino l’Himalaya è diventato una discarica a cielo aperto. E come tutto questo si collega al tema del mare?

 

I fiumi trasportano i rifiuti fino al mare! | Foto by Frank McKenna on Unsplash
I fiumi trasportano i rifiuti fino al mare! | Foto by Frank McKenna on Unsplash

I fiumi: nastri trasportatori di rifiuti

Semplice: i rifiuti sparsi per monti, boschi e valli, grazie a fiumi e torrenti arrivano dritti fino al mare e all’oceano. 

I corsi d’acqua, infatti, si trasformano in nastri trasportatori, spostando i rifiuti fino al mare aperto. Per quanto riguarda la plastica, non parliamo solo di rifiuti di grandi dimensioni, ma anche di microplastiche

Dai prodotti per la cura del corpo, ai detersivi, fino ai lavaggi di abiti sintetici in lavatrice: è da qui che provengono le microplastiche, perché solo in parte vengono trattenute dagli impianti di depurazione.

Tutto il resto finisce dritto nei fiumi e, come visto, in mare. La parte trattenuta, invece,  finisce nei fanghi di depurazione, utilizzati come fertilizzanti nei campi coltivati. Ma ecco che l’azione della pioggia e dell’irrigazione spazza via i piccolissimi frammenti di plastica, portando anche loro, ebbene sì, nei fiumi e poi nel mare. Un vero e proprio ciclo di contaminazione infinito. 

 

 

Il nostro mare

Da una ricerca dell’Istituto Oikos, organizzazione non-profit impegnata in Europa e nei paesi del Sud del mondo nella tutela della biodiversità e per la diffusione di modelli di vita più sostenibili, circa 53 mila tonnellate di plastica, ogni anno, vengono riversate nel Mar Mediterraneo, di cui ben l’80% è dispersa a terra. Rispetto a quanto succede negli oceani (le cui correnti accumulano i rifiuti principalmente al largo), nel nostro mare più del 20% dei rifiuti è destinato a tornare sulle coste entro un anno. Le attività costiere sono la causa principale della plastica dispersa in mare (il 78%), per lo più a causa di un’inefficiente gestione dei rifiuti che, con l’afflusso dei turisti in estate, peggiora ulteriormente: è stato stimato che il consumo delle risorse naturali di un turista, durante la sua vacanza, supera dalle 10 alle 100 volte quello di un residente! Sono davvero tante le persone prive di senso civico, che continuano a gettare rifiuti a terra, non capendo che quello che stanno inquinando è lo stesso ambiente in cui vivono (qui un video che ce lo fa capire bene in appena 1 minuto). Anche le attività in mare, con le reti, l’ attrezzatura da pesca, le cassette per il trasporto del pesce, hanno la loro responsabilità nella dispersione di oggetti in acqua (costituiscono il 18%): danneggiando non solo gli habitat marini e la fauna acquatica, ma intrappolando e uccidendo pesci e altri animali. Pensate: un semplice filo da pesca impiega 600 anni a deteriorarsi in mare! Se gran parte dei rifiuti galleggia sulla superficie, viaggiando per circa 10 anni spinta da venti e correnti, quella che si deposita sui fondali è praticamente impossibile da ripulire. Occorrerebbe un enorme aspirapolvere in grado di funzionare sott’acqua: ma come fare?

 

Alla ricerca di soluzioni! | Foto by Antonio Janeski on Unsplash
Alla ricerca di soluzioni! | Foto by Antonio Janeski on Unsplash

Le soluzioni di Corepla

Corepla, per sua stessa natura e mission, rappresenta in questo panorama una soluzione al problema della plastica in mare in Italia: gli imballaggi in plastica correttamente raccolti, infatti, non finiscono nei fiumi o nei mari ma alimentano attività industriali creando posti di lavoro, facendo risparmiare materie prime, energia ed emissione di gas serra.

Grazie alla raccolta differenziata, gli imballaggi in plastica vengono riciclati o recuperati e si trasformano in nuovi oggetti: così l’economia circolare cresce e diventa valore condiviso! 

Tutte le azioni messe in campo da Corepla servono quindi a prevenire e ad evitare la dispersione degli imballaggi nell’ambiente. Ma il lavoro del Consorzio va anche oltre, con sperimentazioni avviate sui fiumi e nei mari, in sinergia con le istituzioni.

Il primo progetto (2018) ha riguardato il Po, il principale corso d’acqua italiano che attraversa tutto il Settentrione toccando 4 Regioni e 13 province in 652 km, e che contribuisce a fare dell’Adriatico il mare italiano con la maggiore presenza di rifiuti.  Qui, sono state posizionate speciali barriere acchiappa rifiuti sia sul delta – in località Pontelagoscuro (FE) – sia nel pieno centro di Torino, ai Murazzi, sia all’altezza di Sacca di Colorno (PR). Anche con la regione Lazio Corepla ha realizzato un progetto di tutela del patrimonio marino, posizionando un cassone di raccolta nei pressi del molo del porto di Fiumicino e del porto di Civitavecchia.

È notizia dei primi di giugno del 2021 la comunicazione dei risultati di quest’ultimo progetto:

  • In circa 2 anni, 26 pescherecci hanno raccolto oltre 25 tonnellate di rifiuti in mare - recuperate con le reti dalle imbarcazioni dei pescatori tra i 16 e 120 metri di fondale e una distanza da 3 a 14 miglia dalla costa - lungo il litorale laziale da Anzio a Civitavecchia.
  • Dei rifiuti in plastica raccolti, il 34% è costituito da imballaggi in plastica (8% bottiglie, 8% film, 1% polistirolo, 17% altri imballaggi) mentre il restante 66% è costituito da residui organici, reti da pesca e da cantiere, stracci e corde in canapa e altri materiali. 

Sono stati donati al Comune di Fiumicino nuovi arredi urbani realizzati proprio con la plastica riciclata, ed è stato consegnato ai pescherecci il logo “Pesca Responsabile” per il loro contributo nella tutela del patrimonio marino regionale!

E il nostro contributo?

E mentre Corepla mette in campo le sue soluzioni, noi cosa possiamo fare? Noi abbiamo un ruolo determinante nella salvaguardia dell’ambiente (marino e non); impariamo dunque a seguire queste 3 regole d’oro:

  1. Non abbandoniamo i rifiuti nell’ambiente, mai, anche a costo di camminare qualche passo in più per raggiungere un cestino;
  2. Produciamo meno rifiuti, al grido di  “riusa e ricicla”!
  3. Riduciamo il nostro impatto sull’ambiente: scegliamo la bicicletta o i mezzi pubblici invece dell’auto, mangiamo prodotti locali, consumiamo meno carne e pesce, isoliamo la nostra casa e controlliamo i consumi elettrici domestici!

Tutto questo, anche, per continuare a tuffarci in un mare blu. Noi, e le generazioni future.

 

Foto copertina by James Douglas on Unsplash