L'Italia del Riciclo 2021, pubblicato il Rapporto

L'Italia del Riciclo 2021, pubblicato il Rapporto

16/12/2021

Tasso record per i rifiuti da imballaggio al 73%.

Lo shock determinato dall’avvio della pandemia nel 2020 non ha paralizzato l’industria nazionale del riciclo che ha confermato la sua competitività tra i maggiori leader europei. I flussi delle raccolte differenziate hanno sostanzialmente tenuto, con alcune filiere del riciclo che hanno già raggiunto in anticipo gli obiettivi fissati, mentre su altre, soprattutto nel primo semestre, hanno maggiormente pesato le restrizioni per il contenimento del COVID-19 e il calo della domanda, con un recupero solo parziale nella seconda parte dell’anno.

Per una reale transizione ecologica oggi servono semplificazione normativa e incentivi all’uso dei prodotti riciclati. Il PNRR costituisce una preziosa occasione per colmare il gap impiantistico in alcune Regioni italiane, per favorire l’efficientamento di importanti settori del riciclo e per sviluppare nuovi processi di riciclo.

Sono queste le principali evidenze emerse nel corso della presentazione dello studio annuale “L’Italia del Riciclo”, il Rapporto promosso e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da FISE UNICIRCULAR (l’Unione Imprese Economia Circolare).

 

“Il sistema italiano del riciclo dei rifiuti, pilastro dell’economia circolare e importante anche per ridurre i consumi di energia e le emissioni di gas serra,  ha tenuto bene nel 2020, l’anno più duro della pandemia – ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile –. Ora può giocare un ruolo importante nella ripresa del Paese. Deve però attrezzarsi per cogliere le nuove sfide ed evitare gli errori che potrebbero comprometterne lo sviluppo, incrementando il mercato dei materiali riciclati e delle materie prime seconde”.

La crescita delle filiere del riciclo nel 2020

Il Rapporto da anni registra una crescita costante delle quantità di rifiuti riciclati che, stando ai dati, è stata solo rallentata dall’arrivo della pandemia.

Nonostante la crisi, infatti, il riciclo degli imballaggi nel 2020 si è mantenuto su un buon livello, con circa 9,6 milioni di tonnellate avviate a recupero di materia (dato stabile rispetto al 2019). Il tasso di riciclo è salito al 73% dell’immesso al consumo, con un incremento di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. I tassi di riciclo dei rifiuti d’imballaggio si sono confermati su soglie record per l’intero continente: carta (87%), vetro (79%), plastica (49%), legno (62%), alluminio (69%), acciaio (80%).

Ripercussioni pesanti della pandemia si sono registrate anche sulla riduzione degli sbocchi esteri e di quelli nazionali a causa della crisi di alcuni settori produttivi (ad esempio quelli dell’automotive e dell’edilizia). Nei primi mesi di pandemia, il calo della domanda ha causato il crollo generalizzato dei prezzi delle materie prime che ha interessato sensibilmente anche i prezzi dei materiali riciclati.

Oggi ci troviamo in una situazione opposta, in cui i più importanti fornitori (soprattutto la Cina, che è ripartita in anticipo) consci dell’attuale difficoltà a reperire materie prime, soprattutto quelle strategiche, ne hanno fatto scorta e le vendono in quantità limitate: questo determina per i materiali in commercio incrementi di prezzi esponenziali.

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