Rifiuti in acqua? Arriva la barriera di bolle!

Rifiuti in acqua? Arriva la barriera di bolle!

09/12/2021
Un’invenzione olandese testata nei canali di Amsterdam potrebbe rappresentare una svolta per l’inquinamento di fiumi e mari

Abbiamo già affrontato in questo articolo il tema della plastica presente nei nostri mari in questo articolo, riportando i dati della ricerca dell’Istituto Oikos, secondo cui circa 53 mila tonnellate di plastica, ogni anno, vengono riversate nel Mar Mediterraneo. È dunque un problema urgente da affrontare, che non può essere banalizzato rispondendo che la soluzione è semplicemente evitare di utilizzare la plastica (abbiamo visto qui perché non possiamo proprio farne a meno): piuttosto, dobbiamo fare bene i conti con i nostri comportamenti (singoli e degli Stati) e con la gestione attuale dei rifiuti. Troppe, infatti, sono le persone che ancora oggi non svolgono una corretta raccolta differenziata, e non conferiscono nel giusto contenitore gli imballaggi in plastica.

Facciamo un passo indietro

Per risolvere un grande problema è sempre importante fare un passo indietro, che in questo caso significa porsi la seguente domanda: “da dove parte la maggior parte dei rifiuti plastici che si depositano nei mari?”. Questo è infatti quello che in Olanda si sono chiesti, rispondendosi che questi derivano direttamente dalle città e dai canali; confluendo poi nei fiumi, ecco che i rifiuti raggiungono i mari.

La soluzione… forse?

Identificata la fonte del problema, Amsterdam si è prontamente attivata per trovare una soluzione, dotandosi negli ultimi anni di imbarcazioni in grado di raccogliere 42.000 kg di plastica l’anno. Peccato però, che queste imbarcazioni siano in grado di raccogliere solo i rifiuti in superficie, e non di andare a fondo. Il che è comunque lodevole, ma purtroppo non abbastanza, e dunque non risolve del tutto il problema.

 

Una barriera di bolle

Armati di entusiasmo, creatività e ingegno, un gruppo di giovani ricercatori e imprenditori olandesi si è messo all’opera, installando nel 2019 a Westerdok (Amsterdam) un’innovativa barriera di bolle nei canali, un vero e proprio muro di demarcazione subacquea fra il pulito e lo sporco!

Come funziona?

La barriera di bolle, pompando aria compressa grazie a un tubo perforato posizionato sul fondo del canale, blocca la plastica galleggiante (dal millimetro in su) e la risucchia, oppure la porta a galleggiare in superficie, laddove può essere facilmente recuperata, confluendo nel sistema di raccolta sul lato del canale, senza interferire con la fauna selvatica né con i mezzi di navigazione. 

The Great Bubble Barrier, questo il suo nome, è la prima barriera del genere al mondo impegnata nella lotta contro l’inquinamento da plastica degli oceani, e verrà sperimentata per tre anni, così da raccogliere informazioni sulla sua efficacia e capire se possa essere utilizzata in futuro anche in altre sedi. In attesa che invenzioni come queste possano aiutarci a pulire l’ambiente, continuiamo a percorrere la strada giusta, ovvero quella che ci vede impegnati nella quotidiana raccolta differenziata dei rifiuti!

 

Foto di copertina by Adrien Olichon on Unsplash