Dalla raccolta differenziata al riciclo: cosa succede esattamente?

Dalla raccolta differenziata al riciclo: cosa succede esattamente?

01/10/2021
Attraverso il riciclo ridiamo nuova vita alla plastica: ma cosa succede, esattamente al nostro imballaggio in plastica, dopo che lo abbiamo conferito correttamente? Scopriamolo! 

La raccolta differenziata, così importante da mettere in atto e che riguarda ognuno di noi, è essenziale per diminuire le emissioni di CO2. Ma da sola non è abbastanza: serve anche il riciclo, proprio come ci ricorda l’Agenda 2030

Attraverso il riciclo, infatti, la plastica può dar vita a un’infinità di altri oggetti, mettendo in atto uno dei principi alla base dell’economia circolare: gli scarti non vengono eliminati, ma recuperati e nuovamente riutilizzati, così da abbattere notevolmente la quantità di rifiuti accumulati, come spiegato in questo divertente video!

A questo punto la domanda sorge spontanea: che fine fa la bottiglia in plastica conferita nel cestino della differenziata? Quella bottiglia in plastica che abbiamo tenuto sulla nostra tavola, o dentro al frigorifero… una volta messa nella raccolta degli imballaggi, dove finisce?

Perché, diciamoci la verità: quante volte, impegnati nella raccolta differenziata, ci siamo sentiti dire “perché perdi tempo a differenziare: tanto poi mettono di nuovo tutti insieme!”?

Purtroppo questa è una credenza assai comune, che in realtà nasconde la pigrizia e la svogliatezza di chi non vuole impegnarsi nella divisione dei rifiuti in base al materiale.

Ma la realtà è – fortunatamente – ben diversa, e da oggi potrete rispondere per le rime a chi sostiene questa tesi bislacca, raccontando per filo e per segno cosa succede alla plastica, una volta raccolta

 

Centro di Selezione
Centro di Selezione

Una questione di… PESO!

Tutto inizia nei Centri di Selezione: i rifiuti si muovono velocemente su nastri trasportatori, e un vaglio rotante separa gli imballaggi in base al peso. 

 

Una questione di… COLORE!

Dopo il peso, ci si occupa del colore e della tipologia di plastica: tutto viene suddiviso cromaticamente (i chiari sono quelli con più alto potenziale di riciclo), ma anche in base al polimero (abbiamo scoperto qui di cosa si tratta!).

La selezione è affidata a macchinari chiamati detettori ottici: dotati di un emettitore di onde elettromagnetiche, colpiscono il materiale che transita sul nastro trasportatore, determinando per ogni polimero una diversa lunghezza e ampiezza delle onde riflesse: una tecnologia sofisticata per capire immediatamente con quale polimero si ha a che fare!

Riconosciuto il polimero che sta transitando, degli ugelli soffiatori ad aria compressa lo raggruppano con i suoi omologhi.

Quest’ultima suddivisione è molto importante, perché ottenendo dal petrolio tante plastiche diverse tra loro per composizione, gli imballaggi avranno  un diverso percorso di riciclo.

 

Ma non tutto viene captato dalle macchine: dunque è necessario l’intervento dell’uomo che, manualmente, smista ciò che non è stato possibile separare.

Una volta suddiviso per tipologia, il materiale viene confezionato in balle omogenee e avviato al vero e proprio riciclo.

 

Impianto di riciclo

Arrivato all’impianto, il materiale viene lavorato meccanicamente per essere triturato e ridotto in semilavorati (scaglie o granuli): la strada per arrivare a vedere degli oggetti finiti può essere ancora relativamente lunga e complessa!  Alcuni di loro vengono fusi e trasformati in pellet.



 

Le aziende che si occupano di riciclo partecipano a vere e proprie aste per acquistare i pellet, esattamente come se fossero gioielli oppure opere d’arte! Questo perché quei preziosi pellet rappresentano la materia prima per dare vita a tanti nuovi oggetti.

Sapevate che con 20 bottiglie in PET (ovvero la classica bottiglia dell’acqua, con le sue caratteristiche di trasparenza, resistenza e barriera ai gas) si può realizzare una coperta in pile? E che per ottenere una maglietta sportiva (proprio come ha fatto il Crotone Calcio, come dimostra il video seguente!), invece, ne bastano solo 12? Magia del riciclo

E la plastica non riciclabile?

Certo, nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, non ancora tutta la plastica può essere riciclata, ma può comunque essere impiegata, in primo luogo, nei cementifici al posto dei tradizionali combustibili fossili (il carbone noto come “coke petrolifero”, per esempio) o, in alternativa, inviata ai termovalorizzatori, per la produzione di energia elettrica o termica.

Nel 2020, per citare qualche dato, la quota parte del materiale non riciclabile impiegata in cementifici è stata pari a circa il 75%, mentre il restante 25% ha trovato spazio presso termovalorizzatori efficienti.

E adesso mettetevi comodi, alzate il volume e divertitevi con questo video interattivo, che vi permetterà di accompagnare una bottiglia di plastica riciclata durante il suo viaggio: che cosa diventerà, una volta riciclata?

Siete interessati a visitare un Centro di Selezione, per vedere ancora più da vicino cosa succede nella lunga avventura green del riciclo? Qui potete trovare informazioni e contatti per prenotare una visita di classe!