
Dalla raccolta differenziata al riciclo: cosa succede esattamente?
Attraverso il riciclo ridiamo nuova vita alla plastica: ma cosa succede, esattamente al nostro imballaggio in plastica, dopo che lo abbiamo conferito correttamente? Scopriamolo!
La raccolta differenziata, così importante da mettere in atto e che riguarda ognuno di noi, è essenziale per diminuire le emissioni di CO2. Ma da sola non è abbastanza: serve anche il riciclo, proprio come ci ricorda l’Agenda 2030.
Attraverso il riciclo, infatti, la plastica può dar vita a un’infinità di altri oggetti, mettendo in atto uno dei principi alla base dell’economia circolare: gli scarti non vengono eliminati, ma recuperati e nuovamente riutilizzati, così da abbattere notevolmente la quantità di rifiuti accumulati, come spiegato in questo divertente video!
A questo punto la domanda sorge spontanea: che fine fa la bottiglia in plastica conferita nel cestino della differenziata? Quella bottiglia in plastica che abbiamo tenuto sulla nostra tavola, o dentro al frigorifero… una volta messa nella raccolta degli imballaggi, dove finisce?
Perché, diciamoci la verità: quante volte, impegnati nella raccolta differenziata, ci siamo sentiti dire “perché perdi tempo a differenziare: tanto poi mettono di nuovo tutti insieme!”?
Purtroppo questa è una credenza assai comune, che in realtà nasconde la pigrizia e la svogliatezza di chi non vuole impegnarsi nella divisione dei rifiuti in base al materiale.
Ma la realtà è – fortunatamente – ben diversa, e da oggi potrete rispondere per le rime a chi sostiene questa tesi bislacca, raccontando per filo e per segno cosa succede alla plastica, una volta raccolta.
Una questione di… COLORE!
Dopo il peso, ci si occupa del colore e della tipologia di plastica: tutto viene suddiviso cromaticamente (i chiari sono quelli con più alto potenziale di riciclo), ma anche in base al polimero (abbiamo scoperto qui di cosa si tratta!).
La selezione è affidata a macchinari chiamati detettori ottici: dotati di un emettitore di onde elettromagnetiche, colpiscono il materiale che transita sul nastro trasportatore, determinando per ogni polimero una diversa lunghezza e ampiezza delle onde riflesse: una tecnologia sofisticata per capire immediatamente con quale polimero si ha a che fare!
Riconosciuto il polimero che sta transitando, degli ugelli soffiatori ad aria compressa lo raggruppano con i suoi omologhi.
Quest’ultima suddivisione è molto importante, perché ottenendo dal petrolio tante plastiche diverse tra loro per composizione, gli imballaggi avranno un diverso percorso di riciclo.
Impianto di riciclo
Arrivato all’impianto, il materiale viene lavorato meccanicamente per essere triturato e ridotto in semilavorati (scaglie o granuli): la strada per arrivare a vedere degli oggetti finiti può essere ancora relativamente lunga e complessa! Alcuni di loro vengono fusi e trasformati in pellet.

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